Stagione 1993-94

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    Sangue blucerchiato

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    Quei malati mentali probabilmente lo faranno 😂
     
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    abbiamo già dato, per quanto riguarda il cinema:
    www.instagram.com/reel/C5G3pUqIENX/?igsh=bGV5cXlidHVqcHRz
     
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    Vorrei dipingere i miei giorni coi colori dei tuoi occhi

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    Sampdoria, trent’anni fa l’ultimo magico trionfo. Notte di festa con l’Ancona a Marassi

    C’è chi sostiene che sia la Sampdoria più forte di tutti i tempi, meglio ancora di quella capace di vincere uno storico scudetto nel 1991, perchè è vero non c’era più Vialli, ceduto alla Juve, ma Paolo Mantovani, qualche mese prima di morire, aveva regalato al pubblico blucerchiato fenomeni come Gullit e Platt, ottimi giocatori come Evani (una vita passata al Milan prima di sposare il blucerchiato) e affidabili gregari come Marco Rossi.

    Si può discutere, i tifosi si possono dividere, votare per quella squadra che ha consegnato alla Genova sampdoriana una conquista immortale come lo scudetto, Paolo Mantovani presidente, Vujadin Boskov allenatore, oppure per questa del 1994, nata con Paolo ed ereditata dal figlio Enrico, capace il 20 aprile (domani saranno 30 anni) di conquistare la quarta Coppa Italia della storia blucerchiata, un trofeo che a distanza di tanto tempo diventa ancora più importante perchè l’ultimo di una fantastica epopea, il settimo sigillo di un’era, legata a filo doppio al cognome Mantovani, purtroppo irripetibile, un’epoca che fa venire gli occhi lucidi a chi l’ha vissuta, ma anche a tutto quel pubblico giovane che se l’è fatta raccontare.

    La Sampdoria del 1994 come la più forte di tutti i tempi? Chissà, forse si, forse no. Aveva Eriksson in panchina, vinse la Coppa Italia, finì terza in campionato a pari merito con la Lazio, dietro a Milan e Juve. Di sicuro una squadra che aveva un simile quintetto in attacco, Lombardo a destra, Jugovic e Platt a centrocampo, Mancini seconda punta e Gullit terminale offensivo scarsa non era. E non è finita: perchè gli altri, se non fossero citati, si offenderebbero a morte, Pagliuca in porta, Mannini e Vierchowod marcatori in quella che ormai non era più uno schieramento a uomo (Boskov), ma una linea di retroguardia a zona (Eriksson), Sacchetti o Marco Rossi a sinistra e il geometra Evani a tracciare traiettorie e disegnare manovre davanti alla difesa.

    Diciamola tutta, migliore di tutti i tempi o no, una Sampdoria stratosferica, che per diversi motivi, più legati al destino e a fattori esterni che non a proprie colpe, non vinse il secondo scudetto. Era partita alla grande, in trasferta vinceva sempre, ma il 14 ottobre del 1993 perse il suo creatore, Paolo Mantovani, e il colpo fu durissimo, anche se va dato grande merito al figlio Enrico di aver tenuto la barra dritta e portato a termine con brillantezza la stagione. Alcune battute d’arresto furono fatali, a Piacenza e Parma, condite anche da sviste arbitrali. Non arrivò la seconda storica conquista, lo scudetto rimase un fatto isolato. Con quei giocatori però era impossibile non vincere qualcosa e con grande gioia arrivò la Coppa Italia, battendo in finale una squadra di B, l’Ancona.

    All’andata, incredibilmente, la sfida finì zero a zero. Evani parla addirittura di impreviste difficoltà. Il ritorno però fu un entusiasmante monologo. Gli avversari, Vincenzo Guerini in panchina, tennero botta sino al 5’ della ripresa, quando Gullit decise che era venuto il momento di dire basta. Sassata su punizione, deviazione di Vecchiola, uno a zero. Da lì apoteosi: due a zero firmato da Lombardo (capocannoniere della manifestazione), tre a zero da Vierchowod. L’Ancona accorciò le distanze con Lupo, ma la pratica fu chiusa con un altro gol di Lombardo e due rigori realizzati da Bertarelli ed Evani. Fischio finale, coppa alzata al cielo, sacrosanta dedica a Paolo Mantovani. Un giocatore (nella foto è con Lombardo) festeggia più di tutti: è Pagliuca. Sa già che è all’epilogo e che a fine anno andrà all’Inter.

    https://genova.repubblica.it/sport/2024/04...assi-422594461/
     
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18 replies since 10/1/2018, 21:01   727 views
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