Vorrei dipingere i miei giorni coi colori dei tuoi occhi
- Group
- Vecchia spugna
- Posts
- 33,770
- Reputation
- +291
- Location
- Genova - Marassi
- Status
- Anonymous
|
|
Manuel De Luca, il Cigno blucerchiato adesso vola alto: “Ma non è ancora al massimo”
Nella sua pagina Facebook ha l’immagine di Manuel De Luca, che esulta dopo un gol sotto la Sud. Tino De Luca, il papà, non perde una partita della Sampdoria. Ai tempi della Virtus Entella seguiva personalmente tutti gli allenamenti e le partite, ora è davanti alla televisione. «Ormai vivo da tre anni in Brasile, ma sono sempre il suo primo tifoso. A Chiavari stavo benissimo, andavo a pesca e giravo in monopattino».
Con sette gol e un assist nelle ultime sei gare, Manuel non ha eguali nei primi cinque tornei europei di seconda serie. «Eppure non è al massimo, lo considero all’85%. Ha margini dal punto di vista tecnico e potrebbe rischiare di più. Gioca semplice, sponda e conquista delle cosiddette seconde palle, come gli chiede Pirlo, ma può fare meglio». Contro la Ternana ha segnato anche una gran rete e trovato una bella rivincita. «I gol spettacolari fanno parte del suo repertorio. Semmai deve essere più cinico sotto porta, ma non esiste un attaccante infallibile. Su calcio di rigore aveva sbagliato finora solo con Iannarilli ai tempi del Perugia e lunedì si è riscattato. Non era facile».
Pirlo apprezza la sua generosità e la sua applicazione in allenamento. «Manuel, dai tempi del Torino, si ispira a Belotti. Deve svariare su tutto il fronte offensivo per rendere. Non sta fermo in area ad aspettare l’occasione, tipo Icardi. È generoso, corre sempre tanto e, se vede un compagno meglio piazzato, gli passa il pallone. Non ha l’egoismo del bomber. Pensa prima alla squadra».
Il pallone è sempre stata la sua passione. «Accompagnavo sua sorella Denise, più grande di sei anni, a calcio e mi chiedeva di iniziare. A cinque era innamorato di Alex Del Piero, guardava sempre una sua videocassetta, e mi ha detto che voleva diventare un giocatore di serie A. Ha iniziato a sette anni nel Laives, biondo di capelli e centrocampista sembrava Nedved. Per potersi allenare con il Sud Tirol faceva tre chilometri in bici e poi prendeva il pullman. Nulla lo fermava, avrebbe fatto qualsiasi cosa per inseguire il suo sogno».
La prima delusione con l’Inter. «È stata solo una stagione, non avevano voluto investire 400.000 euro per il cartellino e così è andato al Torino». Renate ed Alessandria sono le tappe intermedie per il primo approdo in Liguria, in prestito in B all’Entella nel 2019. «Soffrì di pubalgia e segnò poco. Tornò così ai granata, che lo mandarono al Chievo, in cambio di Karamoh. Dopo un inizio difficile, da gennaio cominciò a segnare».
Il fallimento dei veneti facilita l’arrivo a Genova, da svincolato. «C’erano anche Spezia e Sassuolo, ma in famiglia abbiamo sempre avuto un debole per la Sampdoria, una maglia unica, Vialli e Mancini. Faggiano ci ha convinto. Manuel non ha potuto fare il ritiro per una piccola lesione al polpaccio e si è ritrovato a Perugia». Dieci reti ed il rientro in blucerchiato. «Lo voleva l’Amburgo, aveva fatto anche un colloquio, ma poi è saltato tutto, Dopo un buon precampionato, era fatta con il Pisa, ma Quagliarella e Giampaolo hanno convinto la società a tenerlo». Doveva essere la stagione dell’esplosione, ma l’infortunio al ginocchio lo ha bloccato. «Sembrava un problema risolvibile in pochi mesi ed invece ha perso un anno. Appena forzava, si infiammava. Tante visite, tanti dubbi, un periodo molto difficile».
Come la Sampdoria, anche Manuel sembra risorto. «Aveva perso confidenza con la palla e fiducia nelle sue possibilità. La testa è fondamentale per un calciatore e ha passato momenti difficili. Ha ricevuto anche critiche esagerate sui social. Sembrava vittima di una maledizione. Alla prima da titolare, con il Venezia, ha avuto un problema muscolare, ma è normale. Il muscolo non era abituato a certi sforzi, serve tempo con il suo fisico per tornare in condizione».
A Cosenza si è rivisto il “cigno”, come viene definito nel reel che sta spopolando sui social ufficiali della società. «Lo chiamavano così a dieci anni, ha poi perso eleganza, ma certi tocchi non sono casuali». L’assist di Bari è stato il capolavoro. «Ho negli occhi Pirlo che gli urla: “il gol è tuo” ed anche in occasione della rete di Stojanovic è stato fondamentale». Anche nelle esultanze è semplice, non si atteggia.
«È un ragazzo d’oro. Non ha un tatuaggio, è molto religioso. La sua forza è la testardaggine. Quando si pone un obiettivo, non molla». Gli manca oro solo conquistare la A. «Sarebbe bellissimo con la Sampdoria. Dopo le sofferenze e gli insulti, la gioia sarebbe ancora maggiore». Ripresa a Bogliasco. Influenzato Girelli, Esposito e Ricci proseguono i percorsi di recupero sul campo. Sessione individuale per Benedetti e Conti.
https://genova.repubblica.it/sport/2024/04...simo-422411608/
|
|