Francesco Flachi (1999-2007)

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    Sono quei colori magici che ci fan venire i brividi

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    Personalmente non ho molto da dire su Francesco Flachi, penso si sia notato che si tratta di un calciatore a cui mi sento particolarmente legato. Ricordo con particolare affetto le reti di Francesco realizzate nel campionato 2003-2004, soprattutto le due rovesciate a Perugia e la rovesciata a Genova contro il Lecce. Di queste detengo un video (realizzato da Marco, un amico del Sampdoria Club di Varazze) e provvedo a postarne il link. Per chi ne avesse voglia, un tuffo nel passato di 12 anni (sembra ieri sig).

    www.dailymotion.com/video/k4CVpQFdXTePx2bMVy0

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    Edited by sacudo - 24/8/2016, 15:35
     
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    il mio idolo blucerchiato. nessuno come lui.
     
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  3. Dany Zena
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    Il mio cuore per francesco
     
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    Colori che mi cambiano l'aspetto del mondo, il cuore che mi scoppia di un amore profondo

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    Più bella cosa non c'è, più bella cosa di te, unica come sei... Immensa quando vuoi... GRAZIE DI ESISTERE!

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    Lui si che è stato una bandiera, ce ne fossero di Flachi!
     
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    Flachi: «Il mio amore per la Samp non finirà mai»


    Oggi 8 aprile è il giorno del compleanno di uno degli idoli della Gradinata Sud, un numero 10 che ha fatto la storia recente della Samp ed è entrato nel cuore dei tifosi blucerchiati a suon di gol spettacolari, in particolare quelle rovesciate che gli venivano tanto bene.

    Francesco Flachi compie oggi 41 anni, e intervistato da SampTV ha raccontato il suo amore per il Doria, cresciuto anno dopo anno: «Venivo dalla Fiorentina, ero ancora abbastanza giovane e una Serie B a Genova valeva come la Serie A, c'era spazio e non mi sono mai pentito di come sono andate le cose. I primi anni avevano le opportunità di salire di categoria, poi per un punto o varie cose non ci siamo riusciti. Ce l'abbiamo fatta con Novellino e l'anno prima era una situazione difficile: Mantovani stava lasciando e stava arrivando Garrone, ma c'era la necessità di salvarsi. Il terzo anno avevo il contratto in scadenza, Deschamps mi contattò, c'era grande interesse ma non si fece niente, prima pensai a salvarmi con la Samp, e rimasi per riconoscenza a Mantovani e Arnuzzo che mi diedero tanta fiducia. In 3 anni avevo fatto quasi 50 gol, lo dovevo a loro. Nel 2003 arrivò Garrone e arrivarono i giocatori per tornare nel campionato che compete a questa squadra: non feci un campionato esaltante come gli altri ma alla fine feci quelle più importanti perché segnai la doppietta della promozione. Di Garrone e Marotta posso dire solo che bene, il presidente è entrato da presidente, era potente ma nel suo potere era una persona normalissima e insieme hanno portato nella piccola squadra la mentalità di come impostare la società. Marotta anche adesso sta facendo grandi cose. Con Novellino non andavano troppo d'accordo abbiamo due caratteri istintivi, non mi integravo nel suo modulo infatti l'anno dopo sarei dovuto andare via: ma sentivo di potermi giocare ancora le mie carte. Negli 8 anni alla Samp non ho mai avuto problemi con nessuno, ma se devo dire un compagno ideale dico Fabio Bazzani: con lui eravamo la coppia che non aveva bisogno di mettersi d'accordo prima, ci bastava lo sguardo. Non eravamo invidiosi l'uno dell'altro, quello che facevamo lo facevamo per la Samp».

    «La prima cosa che ti chiedono - prosegue l'ex bomber doriano - quando vai via dalla Samp è di Giorgio Ajazzone: è un sampdoriano, ha una passione che non credo ci sia in altre società. Lui e il dottor Baldari nel periodo del Derby li vedevi dalla settimana prima, la sentono tantissimo. Noi giocavamo i Derby per dare soddisfazione oltre che ai tifosi anche per loro, per farli andare avanti. Ferrero? Mi piace tanto, ha poca esperienza nel calcio ma è una persona intelligente, porta allegria e nonostante questa stagione non sia in una situazione bella ha fatto una bella squadra, ha fatto investimenti importanti, ci capisce. La base della Samp è buona, spero che si levi in fretta da questa situazione e inizi a programmare il futuro: ha un allenatore che credo diventerà uno dei più bravi».

    I tifosi della Samp? Quello che mi hanno dato loro non me l'ha dato nessuno, e lo si vede nonostante siano passati 7 anni quando vengo a Genova o quando la Samp viene a Firenze. È un amore reciproco e il mio amore per la Samp non finirà mai. Nel mio locale vengono tanti ragazzi che ho cresciuto, che sono cresciuti con la mia Samp, e li vedo con le lacrime agli occhi. Io sono uno di loro, non posso entrare negli stadi ma anche potessi andrei sempre in gradinata: io c'ero per loro nel momento del bisogno e loro c'erano per me, perché se siamo qui a ricordare di Flachi alla Samp se non avessero fatto la presentazione dove mi hanno fatto rialzare forse anche in società avrebbero cambiato idea. Mando un abbraccio a tutti, siete la cosa più bella che abbia incontrato».

    www.sampnews24

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    vedendo quel video mi è venuto il magone :cry: :D
    questo video è stato girato a Firenze nella via che porta alla sua paninoteca. se andate a Firenze fate un passo al suo locale (preferibilmente di sera) e sicuramente vi potreste fare quattro chiacchiere con lui sorseggiando una birra :D
     
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    Questo l'avevo postato tanto tempo fa da una altra parte (dove avevo letto molti nick che ho ritrovato qui)
    Secondo me non è venuto male come pezzo


    C'è stato un tempo - non troppo lontano, una decina di anni fa - nel quale noi tifosi sampdoriani ci siamo trovati nella stessa medesima situazione di adesso...in B
    Quella Sampdoria, che triste navigava da parecchie stagioni in cadetteria, di simboli ne aveva ben pochi. Anzi ne aveva, e rendevano bene l'idea dell'andazzo: Presidenti assenti, allenatori scarsi, giocatori cotti e/o nulli.
    Quando sportivamente parlando ti trovi nella bagna cerchi di aggrapparti ad un atleta, ad un simbolo.
    Per noi sampdoriani di quegli anni che ancora avevamo il ricordo del Roberto da Jesi negli occhi, il simbolo era un ultras viola caduto per sbaglio sul terreno di gioco, non compreso e finito, forse casualmente, a vestire quella maglia così particolare, e proprio col 10 che fu di Bobby sulle spalle.
    Non era certo il massimo dell'eleganza Francesco. Spesso scoordinato, a volte approssimativo, non sempre decisivo sotto porta. Eppure c'era qualcosa di speciale in quel fiorentino dall'accento così marcato: era l'unico che, oltre ad avere un minimo di piede buono in quella squadra colma di disgrazia era riuscito a legarsi, in un modo o nell'altro, a quei colori così inopinatamente caduti in disgrazia
    Lo diceva anche Cagni ( non Capello....Cagni ) " Va già bene che c'è il piccoletto, che ogni tanto mi tira fuori qualche numero e risolve la questione ". Aveva ragione. E gol dopo gol, esultanza dopo esultanza, Flachi divenne l'anima stessa di quella squadra, riuscendo a tenerla a galla ( che voleva dire non scivolare in serie Cenua ), a far divertire i tifosi con qualche semirovesciata ( ne ricordo una alla Salernitana che se l'avesse fatta uno strisciato verticale sai che ululati ) e, soprattutto, ad entrare nel martoriato cuore di noi tifosi.
    Nel 2003 ci fu la svolta: prima Bernini salvò la squadra con il gol in quel di Messina, poi Garrone ( a quei tempi andava bene a chiunque ) rilevò la squadra. Vennero altri giocatori, Bazzani, Antonioli, Gasbarroni, Volpi, Palombo, la squadra era competitiva, pronta ad ammazzare il campionato. E così fu, a partire dal 4 - 2 al Lecce di Chevanton, passando dai 3 derby vinti ( con quello dell'urlo di Flachi in diretta che scandalizzò i bibini benpensanti...ma dedicava il gol alla figlia ) per finire col 3 - 1 al Cagliari ed il sigillo di Francesco, che si toglie la maglia sotto la Sud e urla a tutti che la promozione, nonostante alcune incomprensioni con Novellino, è sua, che ha tenuto in vita la Samp per tante, tantissime stagioni.
    Non avresti dovuto farlo Francesco: non era necessario. I veri sampdoriani, quelli che cantarono nella rovente estate 2003 " Quelli che non hanno età " degli Eifel opportunamente modificata in " Quelli che se ne vanno in A " lo sapevano bene che era anche grazie al tuo buffo caracollare in campo se Totti, Del Piero, Vieri e compagnia cantante avrebbero di nuovo calcato il Ferraris
    Era questo il punto: catapultati nuovamente in una categoria da troppe stagioni a noi aliena, gli altri tifosi ci potevano venire a dire " noi abbiamo questo, quello, quell'altro....voi? "
    Bè, noi avevamo Francesco Flachi
    Se ne accorsero fin da subito i vari giornalistoni abituati a calcare le gesta dei soliti 4 gatti: c'era di nuovo la Sampdoria, una squadra piccola ma grintosa, affamata, entusiasta che poteva contare su questo n.10 atipico, sgraziato...e idolo della Sud, che in lui vedeva tutta la voglia di rivalsa covata dalla fatale ( ed ingiusta ) Bologna in poi
    Il culmine ci fu verso la fine del girone d'andata: giocando un calcio discreto, la Sampdoria si era presentata all'Olimpico per affrontare Totti e soci con una buona classifica ma anche con il ruolo della vittima predestinata.
    La Roma era un ottima squadra, ma Novellino sapeva come difendersi. Lo 0 - 0 resse tutto il primo tempo, e tra noi doriani assiepati davanti alla tele tra fidanzate sbuffanti e juventini gufi serpeggiava un certo orgoglio, anche se eravamo ben consci che se non ci fosse riuscita la Roma, prima o poi l'arbitro avrebbe fatto il suo dovere.
    Ed invece ci pensò Pagano con un colpo di testa stranissimo a sbloccare la partita: 0 - 1 e Olimpico ammutolito. E pure noi. Insomma, pochi mesi fa eravamo a lottare con la Fidelis Andria e ora zittiamo l'Olimpico? I romanisti quasi non riuscivano piu' a tifare, insomma, non può, non deve andare così, che vogliono questi...
    Ma non solo i romanisti, tutta l'Italia pallonara quella sera riscoprì l' Unione Calcio Sampdoria, resuscitata dalle proprie ceneri e tornata a graffiare, a portare in alto i suoi colori dopo un ingiusto e sfortunato oblio
    Ma il bello doveva ancora venire: dai e dai, la Roma ottiene il penalty. Va Totti, in porta avevamo il peggior Antonioli della sua carriera, quindi ovvio 1 - 1 :D. Mancano 5 minuti e spingi, anche perchè con finti infortuni, i nostri hanno provato a guadagnare parecchio tempo. La Roma riparte all'assalto, ci prova in tutti i modi, ma non sfonda. E accade quello che non ti immagini: contropiede Samp ( anzi, ripartenza, sono uno vecchio stampo ) la Roma è completamente sbilanciata: palla a Flachi, il protagonista di tante tristi, grige e anonime domeniche in serie B si invola, punta dritto la porta giallorossa, l'Olimpico si zittisce nuovamente. Ora la Roma ha paura, ha paura lei, i suoi supporter, i giornalistoni, i benpensanti che avevano dato per finita questa squadra, questa società, questi colori. E chi meglio di Francesco, il simbolo, può affondare il colpo, dare la sveglia a chi è piu' forte, piu' potente, piu' ricco.
    Flachi arriva al limite, punta l'ultimo difensore della Roma e spara col destro: il portiere è battuto, ma la sfera picchia sulla traversa e torna in campo. I giocatori della Roma guardano l'arbitro: è evidente che con queste serpi blucerchiate proseguire oltre potrebbe nuocere al campionato dei capitolini e alla carriera del direttore di gara, che si affretta ad annullare l'extra time e a fischiare la fine.
    Ma poco importa: Flachi guarda il settore della Nord riservata ai nostri, applaude e indica, come sul mio attuale avatar. Il ghiaccio è rotto gente, la Sampdoria è tornata
    E' andata come è andata Francesco: ognuno ha i suoi punti deboli. Anche tu li avevi, amen. Ci sei cascato piu' volte, altri sono stati piu' furbi, di certo non eri troppo astuto. Però non hai idea di quante volte, ancora oggi che l'anagrafe afferma che sono un uomo, con un pò di magone ripenso a quel ragazzo che si piazzava il piu' delle volte nei distinti vicino alla Sud e cantava per un ora e mezza assieme a quegli altri matti, variopinti e infreddoliti con un orgoglio che solo noi ciclisti possiamo capire " FlachiFlachiFlachiFlachigol "
     
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    Sono quei colori magici che ci fan venire i brividi

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    CITAZIONE (Jps76 @ 13/4/2016, 22:45) 
    " FlachiFlachiFlachiFlachigol "

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  11. Dany Zena
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    Il mio unico numero 10
     
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    CITAZIONE (Dany Zena @ 14/4/2016, 08:02) 
    Il mio unico numero 10

    però dai non me lo ricordo cosi sgraziato...anzi...
     
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    complimenti per il racconto. mi hai fatto sognare ad occhi aperti :wub: Flachi idolo indiscusso. ho iniziato a seguire la Samp quando c'era lui. impossibile non amarlo.
     
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    Flachi scagiona Montella: «Samp più forte del Genoa, ma manca un leader»

    Alla fine siamo arrivati al momento che nessuno si sarebbe augurato arrivasse: derby salvezza, a caricare di ulteriore significato e pesantezza una gara che già da sola porta con sé la tensione di un campionato intero. Niente calcoli, testa a Marassi e tre punti obbligatori, per dare un'ultima e piccola gioia ai tifosi della Sampdoria in un finale di stagione davvero da incubo. E tra i tifosi che sperano di vivere un'ultima gioia per chiudere col sorriso questo campionato c'è anche Francesco Flachi.

    «Io il derby lo vivo più che altro in una dimensione affettiva in questo momento non scendendo in campo. Non è una partita facile, la Sampdoria si è complicata un po' il calendario perché poteva arrivare prima a salvarsi. Ora la matematica non è dalla parte della Samp perché le prossime partite sono una più brutta dell'altra. Bisogna riuscire a fare almeno un punto per pensare così tranquillamente al futuro. Nella Sampdoria ci sono ottime qualità, un anno sfortrunato ci può stare ma da queste situazioni si deve imparare che non si può arrivare con giocatori così forti in certe situazioni di campionato. Sia a livello mentale che a livello di campionato bisogna dare qualcosa di più».

    Si parla sempre del cambio di allenatore come problema fondamentale di questa stagione, ma è stato effettivamente così?
    «In campo vanno i giocatori e non gli allenatori, sono i giocatori che determinano tutto. La Sampdoria ha cambiato e ha preso un allenatore che in prospettiva più diventare il migliore. Il problema secondo me deriva dal fatto che non tutti hanno dato il massimo, ragazzi che al di là delle prime quattro squadre possono giocare ovunque. I giocatori devono capire quanto hanno dato: sono ragazzi che dalla sesta squadra in giù non ha nessuno».

    Altro argomento tra i tifosi, la presunta assenza di un leader in campo. Qualcuno l'ha individuato in Viviano: sei d'accordo?
    «Meno male che Viviano ha parato quei due rigori altrimenti non so come sarebbe andata a finire! Viviano ce l'ha dentro, è un ragazzo genuino che dice quello che pensa e si assume le proprie responsabilità e sarebbe il trascinatore più indicato. Alle volte però bisognerebbe essere più di uno. Però se sono convinti tutti i ragazzi di quello che stanno facendo basta un solo trascinatore. Però noi si sta parlando solo a sensazione e sulla base di quello che si vede dalle partite. Per quello che ho visto e imparato nella mia carriera qui non c'è un gruppo unito. Quando una squadra ha dei giocatori importanti e si trova in certe situazioni, posto che la società c'è e l'allenatore pure, c'è qualcosa che non va all'interno. Non è facile. Ma da ex giocatore dico che quando ci sono queste situazioni vuol dire che il gruppo non è unito. Se al derby ci arrivi con la testa libera hai alta probabilità di vincere, altrimenti tutto può succedere».

    Quindi il Genoa parte avvantaggiato domenica...
    «Ma è normale, è normale. Anche il Genoa non ha una brutta squadra eh, sicuramente la Samp ha molta più qualità ma spesso la testa fa molto più delle gambe».

    In chiusura, al di là delle legittime preoccupazioni dovute alla matematica, la Sampdoria gode di un certo margine sulle inseguitrici. Davvero può non dirsi ancora salva?
    «Finché non vedo la matematica ho paura di quello che può succedere. Carpi e Palermo sono a 35, il Carpi è abituato a lottare quindi ha una mentalità diversa. Le motivazioni faranno la differenza»
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    è evidente che non ci sia spirito di gruppo in questa squadra.
     
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