Marco Giampaolo (2016-2019)(2022)

Allenatore

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    Marco Giampaolo (Bellinzona, 2 agosto 1967)



    Carriera
    Allenatore
    Pescara, Giulianova, Treviso ed Ascoli
    Ha iniziato come osservatore nel Pescara, dove poi è diventato vice-tecnico. Lo stesso incarico lo ha poi ricoperto al Giulianova e al Treviso.

    Dal 2004 è stato vice-allenatore dell'Ascoli, alle spalle di Massimo Silva, pur essendone di fatto l'allenatore in prima, in quanto non ancora provvisto del patentino di allenatore di prima categoria. Proprio per questo motivo è stato deferito dalla Commissione Disciplinare che lo ha squalificato per circa due mesi al termine della stagione sportiva 2005-2006, trascorsa in Serie A, nella quale ha guidato i bianconeri alla salvezza. Ha poi dato l'addio ufficiale alla squadra, ringraziando tutti per i magnifici due anni trascorsi e per i risultati conseguiti.

    Cagliari
    Nella stagione 2006-2007 ha condiviso la causa del Cagliari, venendo poi esonerato il 17 dicembre 2006 dalla società sarda, nella quale tornerà ad allenare il 26 febbraio 2007 dopo l'esonero di Franco Colomba, riuscendo a raggiungere la salvezza con una giornata d'anticipo. Il 5 luglio 2007 ha superato a pieni voti il master federale per allenatori di Coverciano ottenendo così il patentino di prima categoria. Nella stagione seguente viene riconfermato dalla società isolana, e dopo un inizio assai promettente in termini di gioco e risultati (vittoria per 2-0 a Napoli all'esordio), il 13 novembre 2007 viene nuovamente esonerato dal presidente Cellino in seguito a una serie di risultati negativi. Al suo posto viene chiamato Nedo Sonetti, che in data 19 dicembre 2007 si dimette da allenatore del Cagliari (con la squadra ultima in classifica). Cellino richiama così Giampaolo, ancora sotto contratto fino al 2010, ma questi attraverso un comunicato trasmesso da un legale di fiducia agli organi di stampa, dichiara: «Pur nella consapevolezza del danno economico che ne deriverà, rinuncio a tornare a Cagliari. L'orgoglio e la dignità non hanno prezzo».

    Siena e Catania
    Nella stagione 2008-2009 è l'allenatore del Siena, che conduce a una salvezza ripetendo anche il record di punti, 44, ottenuti nella stagione precedente da Mario Beretta. Nella stagione successiva, il 29 ottobre 2009, a causa degli scarsi risultati conseguiti dalla squadra senese (5 punti in 10 giornate) Giampaolo viene esonerato.

    Il 30 maggio 2010 viene ufficializzato come allenatore del Catania per la stagione 2010-2011 . Le aspettative ad inizio stagione sono alte, ma dopo aver totalizzato 22 punti in 20 partite, a seguito di una serie di 3 partite in cui il Catania guadagna un solo punto, viene esonerato il 18 gennaio 2011.

    Cesena
    Il 4 giugno 2011 firma un accordo biennale con la società del presidente Igor Campedelli, sostituendo Massimo Ficcadenti e diventando così il nuovo allenatore del Cesena per la stagione 2011-2012. Per la sua avventura in terra romagnola rivedrà la composizione del suo consueto staff. Il nuovo vice sarà Leonardo Colucci, già agli ordini di Giampaolo ai tempi di Cagliari nel ruolo però di calciatore. Colucci prenderà il posto di Fabio Micarelli, vice storico di Giampaolo, che continuerà a far parte dello staff come collaboratore tecnico. Come preparatore atletico conferma per Roberto Peressuti, mentre il preparatore dei portieri non sarà più Tuccella, bensì Roberto Bocchino, già collaboratore di Giampaolo ai tempi di Ascoli. Malgrado una campagna acquisti sorprendente, inizierà molto male l'avventura in Romagna, il peggior inizio della sua carriera: dopo nove turni, risulta essere ultimo in classifica con soli 3 punti in classifica, e dopo alcune giornate di contestazioni, viene esonerato il 30 ottobre dopo la sconfitta per 2-0 contro il Parma: lascia la squadra all'ultimo posto con appena tre reti segnate, venendo sostituito da Daniele Arrigoni.

    Brescia
    Nella stagione 2013-2014 scende in Serie B firmando il 2 luglio 2013 un contratto con il Brescia. Il 23 settembre 2013, all'indomani della sconfitta casalinga contro il Crotone in cui i tifosi hanno inneggiato al suo predecessore, Alessandro Calori, non si presenta all'allenamento mattutino e rassegna le proprie dimissioni da allenatore del Brescia, accettate ufficialmente il 25 settembre. Il 4 marzo 2014 ha rifiutato la richiesta di tornare sulla panchina delle rondinelle.

    Cremonese ed Empoli
    Il 17 novembre 2014 viene nominato nuovo allenatore della Cremonese in Lega Pro, al posto dell'esonerato Mario Montorfano. A fine stagione, arrivato 8º in campionato, rescinde il contratto con il club grigiorosso.

    Il 15 giugno 2015 viene nominato nuovo allenatore dell'Empoli, militante nella Serie A 2015-2016. Esordisce in Serie A sulla panchina toscana il 23 agosto 2015, con la sconfitta per 3 a 1 subita in casa contro il Chievo. La prima vittoria è invece datata 19 settembre 2015 ad Udine, con il risultato di 1-2. Dopo aver portato la squadra al decimo posto in classifica esprimendo un buon gioco, il 15 maggio 2016 comunica alla società che non sarà più lui a guidare la squadra l'anno successivo.

    Sampdoria
    Il 4 luglio seguente viene ufficializzato come nuovo allenatore della Sampdoria con cui sigla un contratto di durata biennale da 800.000 euro netti a stagione più bonus (250.000 euro per la qualificazione all'Europa League, 300.000 per la Champions, 150.000 per la vittoria della Coppa Italia e altri in base al piazzamento in campionato). Decide di portarsi con se per la sua avventura genovese Fabio Micarelli (collaboratore tecnico), Roberto Peressutti e Stefano Rapetti (preparatori atletici) trovando qua Francesco Conti (storico vice di Gigi Delneri), Andrea Sardini (portieri), Agostino Tibaudi (preparatore atletico), Massimo Catalano (recupero infortuni) e Umberto Borino (riatletizzazione ed attività in acqua).
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    Io su Giampaolo ho trovato questa descrizione del Secolo XIX, ma comunque interessante:
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    Giampaolo, il tecnico tutto etica ed estetica:
    è partito dalla gavetta, si è fatto strada a suon di risultati, nei primi anni senza neanche il patentino da allenatore, ha sfiorato più volte la grande squadra, è scivolato indietro fino alla Lega Pro e poi è risalito di nuovo sfruttando al meglio la chance Empoli. Un percorso denso di colpi di scena in cui Marco Giampaolo è stato allenatore-prodigio, mago della tattica, collezionista di esoneri, promessa mancata e di nuovo, nell’ultimo anno, maestro di calcio e innovatore.
    Ecco, forse basterebbe quanto detto, per capire che l’errore da evitare con il nuovo allenatore della Sampdoria (domani sono attesi firma del biennale e annuncio) è quello di provare ad affibbiargli un’etichetta precisa. Anticonformista vero, Marco Giampaolo, nel calcio come nella vita, è uno che ha sempre vissuto di progetti e idee da rispettare, al di là delle convenienze del momento e dei risultati da inseguire. Flessibile nei moduli da adottare, inflessibile nei valori da non tradire seguendo le logiche bizzarre del calcio.
    Due episodi su tutti. Cagliari, dicembre 2007, Cellino richiama Giampaolo, esonerato un mese prima, ma il tecnico dice no, nonostante un contratto fino al 2010 «perché orgoglio e dignità non hanno prezzo». Brescia, settembre 2013, dopo un ko casalingo col Crotone il club gli “impone” un faccia a faccia con gli ultras inferociti. Giampaolo ci va, si manda a quel paese con i tifosi, poi si dimette e se ne va. Il Brescia che non ci capisce granché, prova a contattarlo, non lo trova e mobilita pure “Chi l’ha visto”, ma Giampaolo non era sparito, come chiarì al Secolo XIX. Era a casa, col telefono staccato, per estraniarsi dal frastuono di un calcio malato. Per la seconda volta orgoglio e dignità battono il denaro.
    «Non ho mai pensato di smettere - chiarirà tempo dopo alla Gazzetta dello Sport - Il campo è una passione che sento forte. Mi piace l’idea della costruzione di gioco. Ma la credibilità di un tecnico passa dal riconoscimento dei calciatori mentre ho sempre parlato lo stretto necessario coi presidenti. E’ un mio difetto». Per Giampaolo, invece, esiste soprattutto il campo, il gruppo da tutelare: «Non chiedo le chiavi del club, ma quelle dello spogliatoio - spiegava al Giornale di Brescia - Per i miei uomini mi butto nel fuoco. Da calciatore non dormivo la notte per aiutare il mio allenatore, sono rimasto a quei valori. Ho bisogno di giocatori fidelizzati al progetto».
    Dalla psicologia alla tattica. Giampaolo alla Samp partirà dal 4-3-1-2, ma in passato ha usato tanti moduli. Ad Ascoli il 4-4-2, con ali offensive, a Cagliari il 4-3-3, a Siena il 4-3-1-2 poi riproposto all’Empoli dove pure stava pensando al 3-5-2 prima della conferma di Saponara. I suoi tre modelli principali da allenatore? Giuliano Sonzogni, seguace di Sacchi da cui ha appreso l’esigenza di una perfetta organizzazione in fase di non possesso. Delio Rossi, nella sua prima fase, quella zemaniana, da cui ha imparato l’importanza degli schemi d’attacco. E Giovanni Galeone che gli ha trasmesso la cultura dell’estetica del gioco.
    Da calciatore Giampaolo è stato un «play con discreta tecnica e molta generosità». Da ragazzino il suo idolo era Bagni, si divertiva con Altobelli e Beccalossi, sognò l’arrivo all’Inter di Madjer, il tacco di Allah, ma a folgorarlo fu Sacchi che due anni fa lo voleva all’Under 21. Personaggi diversi, simboli del calcio ideale di Giampaolo: organizzato e fantasioso, grintoso e tecnico. Poi c’è il campo, dove tradurre le idee è sempre più difficile. Giampaolo è pronto a riprovarci in blucerchiato. Ma non chiedetegli mai di snaturarsi: «Preferisco restare sempre su un binario. E se non deragliare significa perdere un’opportunità, la perdo».
     
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    un piccolo suggerimento mister... un pochino di inglese imparalo che può servire
     
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    Giampaolo: "Il mio calcio operaio ha bisogno di fiducia"


    L'intero alfabeto per raccontare Marco Giampaolo. Sulle pagine de Il Secolo XIX troviamo una lunga chiacchierata con il tecnico della Sampdoria. Una chiacchierata in ventun punti, tanti quanti le lettere dell'alfabeto italiano. "Il mio calcio operaio ha bisogno di fiducia. L'idea è esaltare il gruppo e non il singolo. Vorrei essere come cantava Califano, un po' sarto, un po' artista. Ma mi serve tempo".
    Tmw




    Genova - Marco Giampaolo dalla A alla Z. Il percorso professionale e i confini del mondo personale del tecnico blucerchiato riassunti e raccontati attraverso le ventuno lettere dell’alfabeto. Dal giorno del suo debutto in serie A con l’Ascoli fino alla vittoria di domenica scorsa con l’Atalanta, passando tra sigari e ristoranti stellati, Giampaolo riaffronta alcuni dei passaggi chiave della sua carriera. E del suo calcio. Quello che ha convinto la dirigenza blucerchiata a puntare su di lui.

    A come Ascoli. «La mia prima esperienza in serie A. Avevo Quagliarella, che ora ho ritrovato qui nella Samp. Un segno del destino? Il destino è un incontro fortuito con qualcuno che ti dà la possibilità di aprirti un orizzonte diverso. Certe volte queste cose succedono anche per una sorta di fatalismo. Dopo lo chiamiamo destino, ma prima no. Il mio destino con la Samp… in passato ho lavorato con Osti (a Treviso), lui quindi già mi conosceva. Posso dire che la Samp è la prima società che mi ha chiamato quest’anno, a campionato in corso. Mi ha detto che avrebbero continuato con Montella ma nel momento in cui lui avesse avuto occasione o possibilità io potevo essere un profilo interessante».

    B come Bertinotti e Barcellona. «La politica, indipendentemente dal colore, è presente in tutte le attività umane che svolgiamo. Anche nel calcio, dove alcune volte si ricorre ai poteri forti, ai rapporti clientelari. Incidendo negativamente. Stimo Bertinotti, lui lo venne a sapere e mi invitò a prendere un caffè informale a Roma. Ma non sono potuto andare. Il mio è un calcio “comunista”? L’idea si accosta all’esaltazione del gruppo e non del singolo, le due cose combaciano, però sarebbe così anche se io fossi di estrema destra. È certamente un calcio operaio. Il Barcellona invece è la mia squadra riferimento, unisce l’estetica al risultato, il massimo della vita nel calcio».

    C come Califano, coautore di Minuetto una delle sue canzoni preferite. «Aveva dichiarato che per scriverla aveva dovuto fare un po’ il sarto e un po’ l’artista. La mia ambizione nel calcio, però non sempre ci sono riuscito. Perché poi per ottenere risultati c’è bisogno di tante altre cose. La struttura societaria ha in percentuale l’influenza più alta nella riuscita di un progetto tecnico. Io devo dare organizzazione a 25 aziende di carattere uninominale, con una credibilità messa alla prova ogni giorno».
     
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    Ho letto tutta l'intervista sul secolo, molto bella, personaggio particolare e interessante.
    Dobbiamo, sia noi tifosi che società, dargli tempo e sostenerlo, secondo me non ce ne pentiremo.
     
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  7. dume80
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    Qualcuno riesce a trovare la versione integrale dell'intervista del secolo "dalla a alla z: Giampaolo si racconta"?
     
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    CITAZIONE (dume80 @ 6/9/2016, 21:16) 
    Qualcuno riesce a trovare la versione integrale dell'intervista del secolo "dalla a alla z: Giampaolo si racconta"?

    è solo una parte. per leggere l'intervista completa serve il secolo in versione cartacea o essere abbonati alla versione online.


    Dalla A alla Z: Giampaolo si racconta

    Genova - Marco Giampaolo dalla A alla Z. Il percorso professionale e i confini del mondo personale del tecnico blucerchiato riassunti e raccontati attraverso le ventuno lettere dell’alfabeto. Dal giorno del suo debutto in serie A con l’Ascoli fino alla vittoria di domenica scorsa con l’Atalanta, passando tra sigari e ristoranti stellati, Giampaolo riaffronta alcuni dei passaggi chiave della sua carriera. E del suo calcio. Quello che ha convinto la dirigenza blucerchiata a puntare su di lui.

    A come Ascoli. «La mia prima esperienza in serie A. Avevo Quagliarella, che ora ho ritrovato qui nella Samp. Un segno del destino? Il destino è un incontro fortuito con qualcuno che ti dà la possibilità di aprirti un orizzonte diverso. Certe volte queste cose succedono anche per una sorta di fatalismo. Dopo lo chiamiamo destino, ma prima no. Il mio destino con la Samp… in passato ho lavorato con Osti (a Treviso), lui quindi già mi conosceva. Posso dire che la Samp è la prima società che mi ha chiamato quest’anno, a campionato in corso. Mi ha detto che avrebbero continuato con Montella ma nel momento in cui lui avesse avuto occasione o possibilità io potevo essere un profilo interessante».

    B come Bertinotti e Barcellona. «La politica, indipendentemente dal colore, è presente in tutte le attività umane che svolgiamo. Anche nel calcio, dove alcune volte si ricorre ai poteri forti, ai rapporti clientelari. Incidendo negativamente. Stimo Bertinotti, lui lo venne a sapere e mi invitò a prendere un caffè informale a Roma. Ma non sono potuto andare. Il mio è un calcio “comunista”? L’idea si accosta all’esaltazione del gruppo e non del singolo, le due cose combaciano, però sarebbe così anche se io fossi di estrema destra. È certamente un calcio operaio. Il Barcellona invece è la mia squadra riferimento, unisce l’estetica al risultato, il massimo della vita nel calcio».

    C come Califano, coautore di Minuetto una delle sue canzoni preferite. «Aveva dichiarato che per scriverla aveva dovuto fare un po’ il sarto e un po’ l’artista. La mia ambizione nel calcio, però non sempre ci sono riuscito. Perché poi per ottenere risultati c’è bisogno di tante altre cose. La struttura societaria ha in percentuale l’influenza più alta nella riuscita di un progetto tecnico. Io devo dare organizzazione a 25 aziende di carattere uninominale, con una credibilità messa alla prova ogni giorno».

    http://www.ilsecoloxix.it/p/sport/2016/09/...giampaolo.shtml
     
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    Più bella cosa non c'è, più bella cosa di te, unica come sei... Immensa quando vuoi... GRAZIE DI ESISTERE!

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    CITAZIONE (dume80 @ 6/9/2016, 21:16) 
    Qualcuno riesce a trovare la versione integrale dell'intervista del secolo "dalla a alla z: Giampaolo si racconta"?

    quella che ho postato il 5 settembre alle 13,14 è l'integrale!
     
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  10. dume80
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    no, arriva fino alla z. quella che hai messo tu arriva fino alla c... :+1:
     
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    CITAZIONE (dume80 @ 7/9/2016, 14:18) 
    no, arriva fino alla z. quella che hai messo tu arriva fino alla c... :+1:

    cosa vuoi che ti dica compra il secolo xix ...... :lol: noi questa abbiamo
     
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    Sono quei colori magici che ci fan venire i brividi

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    Il vice Conti: «Questa Samp dà ottime sensazioni»

    L'ottimo inizio della Sampdoria si può ricondurre a due precise motivazioni: la prima è la debordanza tecnica di Luis Muriel, che sta trascinando i blucerchiati a suon di giocate d'alta classe, l'altra all'encomiabile lavoro dello staff tecnico, Marco Giampaolo in primis ma anche tutto il suo staff tecnico.

    Tra gli altri, nello staff dell'ex Empoli, che ha perso il suo vice Martusciello rimasto proprio in Toscana come allenatore, è arrivato, anzi, tornato, un signore che al Doria era già stato: stagione 2009/2010, allenatore in prima Delneri, tra i collaboratori c'era anche Francesco Conti, oggi vice di Giampaolo. Intervistato dal Secolo XIX il vice di Giampaolo racconta di come anche nella scorsa stagione sarebbe stato possibile un ritorno in blucerchiato quando l'allenatore era Zenga, che però non si concretizzò nonostante l'ottimo rapporto col direttore Osti.

    Ci sono inoltre diverse somiglianze fra il lavoro svolto da Delneri e Giampaolo secondo Conti, che però specifica come il neo tecnico blucerchiato abbia apportato qualche accorgimento, e con molto più tempo dedicata all'analisi video. La stagione con Delneri fu storica, e la storia arrivò proprio da una sfida all'Olimpico contro la Roma: «Ricordo eccome quella sfida, quel successo ci fece capire che potevamo davvero raggiungere un sogno. Questa Samp invece mi dà ottime impressioni, è un gruppo positivo che dà le risposte giuste e i giocatori sono coinvolti. L'obiettivo di questa stagione - conclude Conti - è la serenità».

    http://www.sampnews24.com/il-vice-conti-qu...ioni-32717.html
     
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  13. Dany Zena
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    Mister oggi personalmente avrei messo un uomo a uomo su capitano un centesimo..
    Detto questo per ora lei mi ha stupito piacevolmente.
    Continui così è da venerdì sera faccia ruotare tutti perché altrimenti fra due mesetti siamo belli cotti..
     
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    Mi fa molto piacere il silenzio stampa di Giampaolo, le parole sono inutili in queste circostanze, si va avanti in silenzio lavorando sodo.
     
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    Con le dichiarazioni di oggi secondo me Mister Giampaolo dimostra di essere un grande professionista dalle elevate qualità umane. Spero che si possa aprire un ciclo con lui.

    CITAZIONE
    Un altro passo indietro, a prima dell'inizio del calciomercato, quando il tecnico ex Empoli sembrava destinato alla panchina rossonera: «Venni in contatto con loro, ma io sono contento di quello che ho. La Sampdoria è una bella società, molto corretta». E su chi ha preso il suo posto: «Montella ha avuto delle difficoltà a entrare a campionato in corso, a Genova, ma la sua storia parla chiaro».

    www.sampnews24.com/live-giampaolo-i...ampa-32829.html

    CITAZIONE
    "La Samp è stata la prima società che mi ha chiamato dicendomi che se Montella fosse andato via sarei stato uno dei papabili. Nel frattempo ho avuto una chiacchierata con Galliani, poi successivamente quando il Milan ha deciso di prendere Montella, la Samp è stata fedele a quanto detto. Sono contento di essere alla Samp perché qui si lavora bene, è una bella società. Credo ci sia la possibilità di porre le basi per qualcosa. Non penso a ciò che poteva essere e non è stato. Sono contento di quello che ho".

    www.tuttomercatoweb.com/sampdoria/?action=read&idtmw=878118
     
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